ALTOMARE - Ettore Sordini

ETTORE SORDINI  
Altomare

olio su tela, 2010

a cura di Antonio Capaccio,
con un testo di Raffaella Rinaldi

Dal 29 ottobre 2010 fino al 14 gennaio 2011, la Vetrina di Brecce dedica una mostra a un maestro della pittura astratta italiana contemporanea. Sue opere sono esposte, in contemporanea, presso la Galleria Anna D'Ascanio di Roma.

'Cielo, terra, mare all'orizzonte, l'essenziale nel paesaggio - la natura nella sua evidenza, solare, folgorante, ma segretamente inquieta e presaga, il rischio in agguato dietro la membrana luminescente, che "non esiste superficie che sia bella -Friedrich Nietzsche - senza la terribilità degli abissi."
Com'è la natura? È semplice o racchiude un inganno? È l'azzardo di un dio imprevedibile, tormentato dall'incertezza, o forse c'è chi "riesce a immedesimarsi in un Dio che ha creato cose soavi come le piante e gli alberi? Topi, peste, rumore, disperazione, - Gottfried Benn - sì, ma i fiori?" La natura è schiva e sibillina, si sottrae a ogni intenzione di possesso: "la natura - Eraclito - ama nascondersi". Proviamo a soggiogarla, la maltrattiamo, la umiliamo, la feriamo, ma poi dobbiamo pentirci e sperare che essa abbia più forza del nostro scempio. Tanto più la si indaga, tanto più si fa severa e spietata. Se crediamo di rispecchiarci in essa, fino a diventarne cassa di risonanza, offre in cambio ambiguità e doppiezza, perché "l'uomo è ugualmente vicino a Dio e al demonio. È la natura suprema e la più vile, - Caspar David Friedrich - la più nobile e la più abbietta, è la quintessenza di tutto il bello e di tutto l'infame, e il maledetto. È l'essere più sublime di tutta la creazione, ma è anche il suo marchio d'infamia." Perché "per la natura, nel caso migliore, non si dovrebbe avvertire che grande tristezza, - Franz Marc - come per i prigionieri. Non c'è nulla di più triste dell'occhio dei piccoli fiori, o del mare che ondeggia infelice nel suo tormento e sofferenza interiori." Ci illude di poter placare la sete inesauribile per tutto ciò che è oltre. Ci fa credere che il patto non è infranto. In questa maniera ci seduce. Ma non svela segreti, e ci mette nuovamente ogni volta di fronte al peso di una irriducibile alterità. Proprio per questo, perché non esiste altra vera bellezza senza dissidio, un artista non può sottrarsi al proprio compito, alla maestria, che altro non è che "la risultante d'un profondo desiderio - Carlo Carrà - di ubbidire con semplicità alla natura." Allora, egli "deve credere di aver dipinto - Henri Matisse - solamente quello che ha visto. Un artista quando dipinge deve avere questo sentimento, di aver copiato la natura. E anche quando se ne sia allontanato, deve restargli la convinzione di averlo fatto solo per renderla più pienamente." '
(Antonio Capaccio) 


Ettore Sordini con Antonio Capaccio e Elisabetta Giocondi, 29 Ottobre 2010

Ettore Sordini con Anna D'Ascanio, 29 Ottobre 2010

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